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ISTRAMANDO

Se mi sono lasciato trascinare dalle onde capricciose dell’avventura invece che prendere la strada diretta per Itaca, forse è proprio perché segretamente temevo che i sentimenti di Penelope fossero mutati e troppo amaro fosse per me il giorno dell’incontro. E ora, con questo artificio del travestimento, mi sto dunque avvicinando alla crudele verità.(Luigi Malerba)

Ogni notte Penelope tesse le stelle cucendole nel cielo, e poi si addormenta sul fare del giorno.Il sole allora le disfa.(Fabrizio Caramagna)

Le mani sapienti di Susanna Frongia tessono fin da quando era bambina. E continuano a “ istramare” tessuti strappati e consumati.(Valeria Frisolone )

Istramando è la Performance/azione che l’artista Nicola Mette insieme alla tessitrice Maria Susanna Frongia metteranno in scena a Nuoro allo Spazio ILISSO – Arte Archivi Museo. La Performance verrà presentata nel contesto della mostra di Maria Lai in corso presso lo Spazio ILISSO.Susanna Frongia è una Penelope contemporanea, novantenne, che tesse le sue giornatenel laboratorio di casa sua a Samugheo.Ancora oggi la possiamo vedere instancabile tessere i suoi manufatti tessili con lo stesso entusiasmo, di quella ragazzina di 15 anni che ha saputo aspettare il suo amato Ulisse.

Durante il giorno, sotto gli occhi di tutti, Penelope tesseva la tela, e la notte, segretamente,la disfaceva.

E’ un amore forte quello che unisce i due artisti all’arte, sia quella tessile che quella della performing art, entrambe legati dall’azione del gesto del corpo.Una performance ricca di significati ed emozioni.L’incontro dell’artista Nicola Mette con Susanna Frongia vuole alludere a quello tra Penelope ed Ulisse; essi si siederanno uno di fronte all’altro e insieme “sfilaceranno”un intero tappeto, realizzato per l’occasione dalla stessa Susanna Frongia, partendodalle due estremità opposte.Ed è in questo tumulto di emozioni, del susseguirsi di successi e fallimenti vissuti come vittorieo come sconfitte personali che la performance/azione ha trovato il modo esatto di far rivivere Penelope, di far vivere come Penelope, arrivando a far soffrire come questa grande eroina del passato: un’identità, non prefissata negli stereotipi di massa, ma forgiata esclusivamente sul suo personale e difficile percorso di autocoscienza.

Penelope che tesse la tela è una donna fragile ma allo stesso tempo forte e autorevole;ella resiste ai Proci e, ferma, attende il suo compagno. Un’azione che rappresenta in sé i tanti labirinti che l’essere umano deve districare:da quelli presenti in vita a quelli che caratterizzano la morte.Sfilacciare e snodare un tappeto è come ritornare alla nascita, affrontare la crescita dell’individuo per poi giungere alla morte finale: un ciclo temporale differenziato per ogni singola persona.

Elementi simbolici che ritornano nelle decorazioni tessili più antiche della Sardegna. Come nelle grandi attese della mitologia, i due personaggi, dopo aver sfidato mille imprese eroiche, destini difficili ed ostacoli che sembravano insormontabili, riescono a rincontrarsi, così, alla fine, Nicola Mette e Susanna Frongia, pur nella loro differenza di età (43 contro 90 anni), si avvicineranno uno difronte all’altra e saranno ricongiunti solo quando del tappetto non resteranno più che solo il cumulo di fili snodati.